Aeroporti di Puglia ha approvato il nuovo piano industriale per i prossimi tre anni

Aeroporti di Puglia si appresta ad entrare in una nuova era grazie al piano industriale 2018 2020. La società regionale ha licenziato dopo mesi di studio il documento finale da 269 pagine atteso da novembre scorso. Fra le cause del ritardo i rigidi controlli regionali sulle prospettive finanziarie ipotizzate per il futuro. Aeroporti, infatti, e’ destinato a staccarsi dal cordone di mamma regione Puglia. D’ora in poi camminerà sulle sue gambe grazie al maxi prestito chiesto alle banche da 50 milioni di euro. La regione, dal canto suo, sta per finanziare un aumento di capitale da circa nove milioni di euro. Ma l’operazione è stata congelata in attesa di appianare le difficoltà tecniche e burocratiche per il trasferimento di fondi dall’ente regionale. Nel piano si disegna uno scenario di sviluppo integrato per i quattro scali pugliesi, Bari, Brindisi, Grottaglie e Foggia. Ognuno migliorerà la propria vocazione, voli civili, cargo, aerospaziale, protezione civile. E’ certo il ridimensionamento del 20% di ryanair sui voli nazionali con un potenziamento di Volotea ed Easyjet. La low cost irlandese, tuttavia, riceverà aiuti per l’apertura di nuove rotte intercontinentali. Obiettivo aumentare il traffico aereo e i passeggeri da tutto il mondo con una stima di 10 milioni di clienti nel 2020. Verrà potenziato il settore commerciale per sviluppare l’indotto degli aeroporti, ad esempio parcheggi, ricettività, catene commerciali, servizi, collegamenti con le principali località turistiche. Una strategia, si legge nel documento, che potrebbe incrementare di 30 milioni di euro i ricavi annui e generare ben 6500 posti di lavoro entro il 2028. In dieci anni la crescita di turisti dovrebbe portare un utile sui territori di 380 milioni di euro con un ulteriore infornata di nuovi occupati nell’indotto pari a 9500 addetti. Secondo le proiezioni di sviluppo dei voli low cost l’impatto economico degli arrivi nel periodo 2020 2028 sarà di 670 milioni di euro. Per ogni euro investito, in pratica, sui territori ne torneranno 6 euro e 50.

LASCIA UN COMMENTO