VIDEO – Crisi Provincia, si aprono spiragli. Ecco le novità

BRINDISI – Si aprono spiragli sulla profonda crisi vissuta dalla Provincia di Brindisi a seguito dei tagli del 50% disposti dal Governo. La situazione è oramai chiara: tutte le risorse che arrivano dallo Stato sono al momento utilizzabili esclusivamente per ripianare il disavanzo di 10 milioni di euro andatosi a creare; così, i 2,5 milioni pervenuti nelle casse dell’Ente a seguito dei 100 milioni complessivi stanziati dal Governo alle province sono andati a colmare quella falla finanziaria, senza poter essere dunque impiegati per le funzioni fondamentali rimaste in capo alla Provincia e senza la possibilità di fornire una boccata d’ossigeno ai lavoratori della Santa Teresa.

Quali le strade battute in questi giorni dal senatore Tomaselli, dall’onorevole Elisa Mariano (oggi impossibilitata a partecipare all’incontro), dal Presidente della Provincia Bruno e dai sindacati, quindi, per aggirare l’insormontabile ostacolo posto da un bilancio ingessato dai restanti 8 milioni di euro di disavanzo? Per prima cosa, il senatore Tomaselli si è fatto promotore di due proposte, che sembrerebbero essere state accolte di buon grado dal Vice-Ministro Morando. La prima prevede lo stanziamento nella redigenda Legge di Bilancio di risorse ancora più sostanziose rispetto al 2016 da destinare allo svolgimento delle funzioni fondamentali delle province. Ciò, però, non risolverebbe il problema strutturale di fondo, in quanto tali somme sarebbero nuovamente utilizzate per coprire il disavanzo. Così, la seconda proposta prevede il dilazionamento del debito nell’arco dei prossimi 10 anni: in tal modo nel bilancio del prossimo anno ci sarebbero da coprire 800.000 euro e non più 8 milioni di euro, e ciò permetterebbe di liberare risorse per le spese correnti, quali ad esempio il gasolio per i riscaldamenti nelle scuole, la manutenzione delle strade e delle scuole, il riutilizzo dei dipendenti della Provincia e della Santa Teresa. Ed a proposito della partecipata, l’Amministratore della società, Pino Marchionna, parallelamente sta provando a dare concretezza al suo Piano industriale, che prevede il coinvolgimento dei Comuni per offrire agli stessi servizi differenti da quelli ordinari a prezzi convenienti, perché, come sottolineato dal Vice-Presidente della Provincia Domenico Tanzarella, l’Ente provinciale non dispone dei 5-6 milioni di euro necessari per portare avanti da solo il peso della gestione della partecipata.

Altra battaglia portata avanti dagli attori in causa è quella legata al contenzioso aperto con la Regione per il riconoscimento delle spese anticipate dalla Provincia (8 milioni per l’appunto) per l’espletamento delle funzioni non fondamentali, che spettando alla Regione dovrebbero essere sostenute economicamente dalla stessa. L’udienza finale, in un primo momento attesa per il 2019, è stata adesso anticipata al 21 dicembre, grazie alle motivazioni di urgenza prospettate dalla Provincia al giudice. Al netto di ciò, alla Regione si chiede almeno di farsi carico del costo del personale che la stessa ha assorbito (un esempio su tutti, la gestione della biblioteca). E proprio per accelerare i tempi in tal senso, è partita stamani una lettera congiunta del Presidente della Provincia e del Prefetto indirizzata al Presidente della Regione Emiliano con la quale si chiede l’apertura urgente di un tavolo istituzionale.

Se tutto ciò non dovesse portare a nulla, Bobo Aprile, rappresentante del sindacato Cobas, ha annunciato che sporgerà una denuncia presso la Procura della Repubblica per interruzione del pubblico servizio, riferendosi alle attività correnti dell’Ente che non vengono compiute da tempo.

Momenti di divergenza si sono poi registrati sulla lettera di mobilità partita dai vertici della partecipata all’indirizzo dei lavoratori della stessa, fino al 31 dicembre coperti dalla cassa integrazione in deroga: un esponente sindacale ha espressamente chiesto di non dare seguito a tale proposito perché ciò verrebbe visto dall’esterno come una sorta di mancanza di interesse da parte dell’Ente provinciale verso i suoi lavoratori. Sul punto è intervenuto l’Amministratore della partecipata, Pino Marchionna, che ha spiegato come questo fosse un atto obbligatoriamente imposto dalla legge, perché rappresenta un paracadute per i lavoratori nel caso in cui la situazione non dovesse sbloccarsi. Marchionna ha però aggiunto che la procedura di mobilità può essere revocata in qualsiasi momento ed ha rimarcato la fiducia verso una risoluzione positiva della vicenda, anche perché, come ricordato dal senatore Tomaselli, la Legge di Bilancio dovrà essere approvata improrogabilmente entro la fine dell’anno.

Intervento finale lasciato al Vice-Presidente della Provincia Tanzarella, il quale si è interrogato sulla strana situazione che potrebbe avverarsi nel 2019, quando, secondo i rappresentanti del Governo, le risorse a disposizione delle Province dovrebbero tornare quelle degli anni passati: “Che senso avrebbe disporre nel 2019 delle risorse erogate fino a qualche anno fa se le Province non avranno più le funzioni di prima? Ecco perché penso che siano promesse che non saranno mantenute”, ha chiosato l’ex Sindaco di Ostuni.

Insomma, la situazione è estremamente magmatica, ma perlomeno adesso uno spiraglio di luce inizia ad intravedersi.

Andrea Pezzuto
Redazione

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