Monumento al Mondezzaio?

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo per intero un articolo di Emanuele Vasta sulla pietosa situazione in cui versa la zona del Monumento al Marinaio:

Sculture di sterco secco, piante incolte ed erbacce, rifiuti a cielo aperto per i viali privi di sufficienti cestini del pattume urbano, mosche incazzate e cani di grossa taglia lasciati liberi senza museruola. No, non è il girone di un piccolo inferno dantesco, ma l’attuale condizione in cui versa il piazzale Eroi di tutte le guerre sottostante il Monumento al Marinaio d’Italia, sede in disuso di proprietà comunale e antica attrazione e simbolo di Brindisi, costruito nel ’32 al quartiere Casale.

Raccogliendo piccole testimonianze degli habitué stanchi della noncuranza, sarebbe favorevole denunciare alcune situazioni in maniera costruttiva, con la speranza possa servire alle famiglie per riavvicinarsi coi loro bambini, agli amanti della bicicletta per “ciclo-passeggiare” tranquillamente, agli anziani per rilassarsi ed ai giovani per ritrovarsi in una location che di sicuro merita più decoro. Ad oggi, le mura in carparo del Monumento si presentano colme di scritte indecifrabili di writers improvvisati che già tempo fa, a suon di bombolette, avevano dato sfogo alle loro barbarie. degrado-monumento-al-marinaio-4 Il piazzale lato destro, più di quello sinistro si è evoluto in autentico Dog Park non autorizzato, preso di mira da cani che lasciano le loro ‘firme in feci’ senza che vengano raccolte dai padroni strafottenti. Questi cani spesso abbastanza corpulenti, vengono liberati senza museruola per il disappunto dei timorosi, dei genitori di bambini che non hanno la libertà di giocare tranquilli e dei cicloamatori che vorrebbero girare per i viali senza pensare di fare slalom di palline lanciate da padroni che spesso nemmeno contemplano di colpire qualcuno. “Siamo certi – tuona Caterina – che se i cani fossero autosufficienti, non lascerebbero certamente loro deiezioni in giro, ma essendo soggetti al padrone di turno, puntualmente si additano gli animali, ma in realtà è chi li cresce a mancare di rispetto al prossimo!”. degrado-monumento-marinaio-5 Alberto, interessato al discorso, prosegue: “I cani piacciono a tutti, nulla contro di loro, ma i loro padroni devono imparare ad usare la più alta forma di possibile buon senso. In determinate ore del pomeriggio sono presenti più cani che persone. Ci si chiede dove siano i vigili urbani in questi casi e come mai nessuno prima d’ora abbia mai denunciato la situazione all’informazione locale!”.

Tra l’altro, dietro le ancore della famosa scalinata e nei posti più nascosti del piazzale si trova di tutto, sperando che non siano presenti anche siringhe infette oltre che bottiglie di vetro spaccate. E’ un posto bellissimo, ma si dimentica sempre dove stia la civiltà ed il rispetto per un luogo considerato anche sacro da marinai in pensione che hanno fatto la guerra. Gabriele ricorda: “Anni fa, qui, il Comune o qualche associazione, organizzavano eventi estivi davvero accattivanti, le aiuole erano curate e pulite, gli alberi di ulivo presenti si prestavano a memorabili foto domenicali, senza il timore di pestare qualche escremento appiedando nel verde. Oggi, mosche e ratti in notturna sono coloni di questo posto meraviglioso che conserva ancora e fortunatamente (soprattutto dall’ala destra) la possibilità di ammirare un bellissimo skyline della città sulla marina di Viale Regina Margherita.” degrado-monumento-al-marinaio-2

Come fare e cosa dire ancora perché la sensibilità delle amministrazioni venga sfiorata al punto che decidano di organizzare giornate dedicate alla pulizia, dando più input alle forze dell’ordine nell’essere più presenti e multare chi non segue le leggi come in una città normale? Siamo anche stanchi di additare le amministrazioni stesse perché basterebbe davvero il minimo, ovvero che ognuno di noi si armasse di amore e senso civico per la propria città e che le nuove generazioni comprendano maggiormente l’importanza di restituire a Brindisi le sue bellezze troppe volte deturpate.

Emanuele Vasta

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