BRINDISI – Nuvole nere cariche di dubbi ed incertezze si concretizzano attorno alla New Basket Brindisi, fenomeno cestistico che tante soddisfazioni ha portato a tifosi e città in questi anni.

Ma è una bella ed importante realtà dal futuro ancora tutto da scrivere. Tra la questione ampliamento palazzetto e quella, probabilmente ancora più importante, relativa al mancato (sino ad ora) interesse da parte del colosso energetico Enel, main sponsor della società, sul rinnovo del contratto, il presidente Nando Marino e soci non dormono certamente sonni tranquilli. Lo scenario che si potrebbe palesare sarebbe deleterio sia per Brindisi, che per il basket locale.

Ciò che impensierisce il numero uno della società è principalmente una trattiva ancora in alto mare col main sponsor. La ‘via Roma-Brindisi’ è disseminata da tanti punti interrogativi. Dall’Urbe, infatti, ancora non provengono segnali di fumo; intanto, il tempo funge da spada di Damocle sulle teste dei componenti del sodalizio di contrada Masseriola.

La questione è pressoché semplice: senza i soldi di Enel, Marino penserà seriamente di vendere il titolo.

Parte della sovvenzione che chiede la NBB e che Enel potrebbe benissimo erogare, inoltre, sarebbe utile per costruire un palaeventi polifunzionale, per buona pace del basket e della città. Per questo, Marino vede nel rinnovo del contratto con Enel lo scoglio principale da superare per continuare ad ‘esistere’.

Dunque, se vogliamo, la questione palasport sarebbe strettamente subordinata al rinnovo col colosso energetico.

Così, abbiamo raggiunto telefonicamente lo stesso Marino, il quale ha spiegato perfettamente il suo punto di vista, eventuali soluzioni e perplessità sul progetto presentato dal Comune (opere che avrebbero interessato il lato lungo per palazzetto).

“Andando a toccare il lato lungo, solo di spese per il consolidamento del resto dell’impianto, ci sarebbero volute cifre devastanti. I tecnici del Comune non avevano, quindi, contezza di ciò di cui si parlava. Inoltre, come è stato possibile pensare di poter attirare imprenditori pronti ad investire 4 milioni di euro su una struttura vecchia e fatiscente? L’imprenditore non ha nessun interesse. L’imprenditore sarebbe interessato su un progetto ex novo, con un palaeventi da 5000-6000 posti, in cui poter fare teatro, concerti, fiere e quant’altro per il bene della città; non solo sport”.

Stando alla situazione attuale di Brindisi, individuare un sito in cui costruire un nuovo impianto è abbastanza complicato; ci sarebbero eventuali espropri da fare. Ma Marino è fiducioso: “L’esproprio in quattro mesi lo si completa – ha incalzato il patron della NBB – non dico che l’unica via fattibile sia la realizzazione di un palaeventi, ripeto, non sono un tecnico e non spetta a me trovare una soluzione. Ma c’è un indirizzo politico-amministrativo che il nuovo commissario prefettizio (Santi Giuffrè già stamane era a Palazzo di Città, ndr) dovrà tenere in considerazione, ossia quello di creare una nuova casa per il basket, altrimenti c’è il rischio che questo sport vada via da Brindisi”.

Main sponsor:

Ad oggi, dunque, se Enel dovesse decidere di uscire da Brindisi e dal basket, molto probabilmente, Nando Marino sarà costretto a lasciare il titolo. I privati per un nuovo impianto si potrebbero trovare, ma ci vorrebbe anche una grossa mano da parte della società di energie elettrica. “Sono i signori da Roma – ha concluso – che devono darci una risposta quanto prima”.

I soci della New Basket Brindisi, con la forza di un grosso contratto Enel di tre anni, potrebbero trovare altri imprenditori per costruire una struttura privata che diventi una vera chicca per la città. Infatti, se Marino dovesse avere lo stesso contratto con il main sponsor alla cifra che ha sempre avuto, potrebbe investire parte della somma per il palasport nuovo.

Dunque, tutto dipende dalla decisione dei dirigenti Enel: la società biancazzurra vuole avere una solidità economica alle spalle, sia per la realizzazione di un impianto e sia per la costruzione di un roster competitivo.

Il basket è una realtà che Brindisi vuole tenersi stretta e se Marino dovesse vendere il titolo, sarebbe uno smacco per lo sport e per la città tutta.

Brindisi chiama Roma…

Tommaso Lamarina
Redazione

1 COMMENTO

  1. Enel deve assolutamente mettere la società nelle condizioni di proseguire nel progetto di fare sport a Brindisi. Lo deve a questa città che ha sacrificato il proprio futuro, autorizzando la costruzione di un mostro energetico che nessuno ha voluto in Italia, dato il suo nefasto impatto ambientale, senza nessuna vera ricaduta programmatica. La politica anche in questo caso ha enormi colpe, gestita da dilettanti allo sbaraglio senza lungimiranza e senza amore per la propria città. Povera bella Brindisi, non meriti tutto questo!!!

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