BRINDISI – E’ stato presentato nel pomeriggio di ieri, presso la storica libreria Piazzo Mondadori di Brindisi, il secondo libro di Vito Santoro.

Vito Santoro, brindisino, di mestiere fa tutt’altro, ma l’amore per la scrittura, in tutte le sue dimensioni e varianti, lo ha lanciato gradualmente verso quel parterre di ‘belle penne’. Non a caso, dopo il suo primo libro ‘Non c’è tempo per il sole’, Santoro ha deciso nuovamente di mettersi in gioco, scrivendo ‘I tre volti di Ecate’; un noir suggestivo dai tratti storici, in cui fuoriesce anche la ‘brindisinità’, dato che metà romanzo è ambientato proprio nel capoluogo messapico.

Una storia in cui ci sono tanti protagonisti e protagonista è soprattutto la statua di Ecate (la dea della magia nella religione greca e romana, ma di origine pre-indoeuropea. Ecate era una divinità psicopompa, in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli Dei ed il quello dei morti, ndr), che prende vita proprio a Brindisi.

“La statua di Ecate prende vita a Brindisi – ha raccontato Santoro – protagonisti sono due ragazzini, cresciuti in una difficile periferia della città, ma non sono dei criminali, semplicemente ladruncoli, abituati a doversi arrangiare in qualche modo. Un giorno vengono incaricati da un personaggio abbastanza misterioso di rubare una opera d’arte pregiata, nella villa di un misterioso conte. Ma quello che doveva essere un piano perfetto, in realtà, nasconde una trappola. Infatti, ad attendere i ragazzi c’è una entità sconosciuta. Ne segue una colluttazione e questa persona misteriosa rimane uccisa ed i ragazzi fuggono e decidono di non consegnare l’opera d’arte al committente del furto, perché hanno intuito che sotto c’è qualcosa di oscuro”.

Così, il romanzo prosegue con l’ingresso di altri personaggi: poliziotto corrotto, politici, il conte stesso che rivuole la sua statua, ecc. ecc.. La scomparsa improvvisa della statua, così, innesca un effetto domino incontrollato…

Ma quanto è difficile, per uno scrittore alle prime armi, emergere in una realtà come quella di Brindisi? “E’ molto difficile – ci ha raccontato lo stesso autore – nel mio caso particolarmente: non vengo dal mondo della scrittura, di mestiere faccio altro. Personalmente, ho delle difficoltà per potermi inserire in questo contesto. Però, sono stato anche fortunato, perché con il primo libro ho evitato di lanciarlo allo ‘sbaraglio’, provando la strada dei concorsi, anche per mettermi in gioco con altre realtà e per dare un peso al lavoro che avevo fatto. Appunto, ho avuto la fortuna di vincere uno di questi concorsi e gli editori che avevano organizzato quell’evento hanno scelto di pubblicare il mio libro. Per quanto riguarda il contesto brindisino, invece, non ho avuto una buona impressione, perché ho notato una certa freddezza, ma, forse, dovuta al fatto che il mio non è un nome conosciuto”.

Infine, ha dispensato un consiglio a chi vuole iniziare questo tipo di percorso: “Bisogna avere molta pazienza – ha concluso Santoro – e confrontarsi e misurarsi anche con altre persone che hanno la medesima passione. Non basta sapere scrivere dal punto di vista tecnico, ma raccontare una storia richiede una certa esperienza. Dunque, consiglio la strada dei concorsi”.

Tommaso Lamarina
Redazione

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