L’integrazione socio-sanitaria, proseguono gli incontri tra sanità e cittadini sulle malattie cardiovascolari

BRINDISI – L’Intervento di integrazione socio sanitaria presuppone un Approccio Unitario alla persona ed ai suoi bisogni, che deve coinvolgere, sin dalla prima fase di programmazione, le Aziende Sanitarie, gli Enti Locali ed i soggetti presenti sul territorio che sono “attori” del sistema integrato d’interventi e servizi.

L’art.3 septies comma 1 D.lgs. 229/99 definisce le prestazioni socio-sanitarie”:
”Tutte le attività atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati, bisogni di salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire anche nel lungo periodo la continuità tra azioni di cura e quelle di riabilitazione”.

L’ integrazione socio sanitaria prevede vari tipi di intervento:

  1. prestazioni sanitarie a rilevanza sociale: tutte le attività, finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, all’individuazione, rimozione e contenimento degli esiti degenerativi e invalidanti di patologie congenite e acquisite. Esse sono di competenza delle AA.SS.LL. e a carico delle stesse, inserite in Progetti Personalizzati di durata medio-lunga erogate in regime ambulatoriale, domiciliare, o in strutture residenziali o semiresidenziali.
  2. prestazioni sociali a rilevanza sanitaria: sono tutte le attività del sistema sociale, che hanno l’obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti lo stato di salute. Tali attività sono di competenza dei Comuni, sono inserite in Progetti Personalizzati di durata non limitata, sono erogati nelle fasi estensive e di lungo-assistenza e sono prestate con partecipazione alla spesa, da parte dei cittadini, stabilita dai Comuni stessi.
  3. Prestazioni socio-sanitarie ad elevate integrazione sanitaria: nei livelli essenziali di assistenza (LEA) e sono poste carico del Fondo Sanitario Nazionale. Esse sono caratterizzate ”dalla inscindibilità del concorso di più apporti professionali sanitari e sociali nell’ambito del processo personalizzato di assistenza, dalla indivisibilità dell’impatto congiunto degli interventi sanitari e sociali sui risultati dell’assistenza e dalla preminenza dei fattori produttivi sanitari impegnati nell’assistenza”.

 Vengono Individuati i Livelli Essenziali di Assistenza in relazione alle seguenti aree di attività:

  • materno-infantile;
    •disabili;
    •anziani e persone non autosufficienti con patologie cronico-degenerative;
    •patologie psichiatriche;
  • dipendenze da alcool , droga e farmaci;
  • patologie per infezioni da HIV;
  • pazienti in fase terminale.

I Destinatari dell’Assistenza socio-sanitaria sono: tutte le persone che presentano bisogni di salute che richiedono prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali prestate da operatori del sociale e della sanità.

  • La natura del bisogno: viene determinata tenendo conto delle funzioni pscicofisiche, della natura dell’attività del soggetto e relative limitazioni; delle modalità di partecipazione alla vita sociale e dei fattori di contesto ambientale e familiare che incidono nella risposta al bisogno e al suo superamento
    La complessità dell’intervento: è determinata con riferimento alla composizione dei fattori produttivi impiegati (professionali e di altra natura) ed alla loro articolazione nel progetto personalizzato
    • L’Intensità dell’intervento: l’intensità assistenziale è stabilita in base a fasi temporali che caratterizzano il progetto personalizzato.

 Al fine di consentire una programmazione condivisa, partecipata, unitaria e coerente in relazione ai bisogni socio-sanitari del territorio, è necessario che le AA.SS.LL. ed i Comuni operino per raccordare la loro azioni programmatoria, in particolare per gli aspetti socio-sanitari del Piano di Zona con gli aspetti Socio-sanitari del Programma delle Attività Territoriali del Distretto (PAT).

Il P.D.Z (Piano di Zona):
è lo strumento per definire le strategie di rispota ai bisogni sociali e socio-sanitari delle comunità locali.
Esso dovrà definire la programmazione socio-sanitaria dell’Ambito territoriale che dovrà essere approvato con accordo di programma sottoscritto dal Direttore Generale dell’ASL.

Il PAT (Piano per le Attività Territoriali):
è il piano di salute distrettuale in cui sono definiti i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria necessari per affrontarli.
E’ proposto, sulla base delle risorse assegnate, dal Direttore di Distretto, ed è approvato dal Direttore Generale sentito il parere del Comitato dei Sindaci per la parte sanitaria e “di intesa”con tale Comitato per la parte socio-sanitaria.

 Residenzialità e semiresidenzialità

L’ istruttoria di tutte le richieste di assistenza domiciliare, semiresidenziale e residenziale a gestione integrata e compartecipata, provenienti dalla cosiddetta ” rete formale”( medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, servizi territoriali ed ospedalieri, uffici dei servizi sociali comunali ) del diretto interessato;
– attivazione degli altri referenti territoriali competenti della rete formale dell’utente per un approfondimento della richiesta in via preliminare alla valutazione dell’ U.V.M.- gestione della segreteria organizzativa dell’U.V.M. raccordo operativo delle attività di valutazione e verifica periodica.
L’Ufficio P.U.A. é costituito da :
– un Assistente Sociale messo a disposizione dal Comune o dall’Ambito Territoriale Sociale;
– una unità di personale amministrativo con conoscenze e competenze in materia informatica;
– un operatore dell’area sanitaria del distretto adeguatamente formato.

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