Ho grande rispetto per la divisa del Corpo dei Vigili Urbani. Non fosse altro perchè mio nonno Michele, che ormai non c’è più, indossava quella divisa con orgoglio e faceva il suo lavoro con grande passione e dedizione. Lo ricordo ancora quando, tutte le mattine (spesso capitava di dormire a casa sua…), radeva la barba con il suo rasoio elettrico (ho ancora in testa quel rumore costante), lucidava i gradi, spazzolava energicamente le scarpe e le tirava a lucido, indossava quella camicia bianca, profumata e stirata con l’amido da nonna ed usciva da casa. Il nonno è stato anche uno di quei vigili a cavallo: con pochi altri faceva parte di uno sparuto gruppo di vigili ‘scelti’, anche perchè era bello. Molto bello: alto, longilineo, moro. Ma io lo ricordo soprattutto perchè era ligio al dovere, rigorosissimo, severo. Ma, nonostante, questo, era amatissimo: dalla gente e dai suoi colleghi, alcuni dei quali – ancora oggi – me ne parlano con grande affetto, stima e riconoscenza. Nonno Michele aveva il suo ‘punto fermo’ in Piazza Mercato: era lì che, prima, c’era il Comando: in mezzo alla gente, agli ambulanti di frutta e verdura. 




Perchè racconto di mio nonno? Perchè in questi mesi, sul nostro giornale, abbiamo dato un po’ addosso al Corpo dei Vigili Urbani, mettendoli costantemente sotto pressione con le decine e decine di segnalazioni che ci arrivano in redazione: parcheggi in sosta vietata, altri dinanzi a passi carrabili e, ancor più spesso, ad intralciare gli scivoli per disabili. Contestualmente, ci siamo premurati di inviare le segnalazioni al Comandante dei Vigili Teodoro Nigro che, ad onor del vero, ha sempre risposto ‘pronto’, inviando sul posto una sua pattuglia. 

Non era nostra intenzione criticare il lavoro dei vigili. Ce ne guarderemmo bene. Io in particolare, perchè ho in mente e nel cuore nonno Michele che quel lavoro lo amava e lo onorava. Oggi i tempi sono cambiati: il comandante è alle prese con una cronica carenza di personale e con i cittadini sempre più incivili. Certo, va detto – e non me ne vogliano gli altri – che ci sono anche vigili ‘lavativi’: quelli che passano davanti a parcheggi in doppia fila e fanno finta di niente, quelli che al corso ‘cazzeggiano’ tra loro, senza curarsi di quanto accade intorno. Ma, fortunatamente, sono solo una piccola parte. 

La verità è che a Brindisi bisogna ripristinare il senso civico, la legalità che, ormai, è andata a farsi benedire. D’altro canto, serve con urgenza che l’Amministrazione comunale inizi a pensare ad un incremento del personale del Corpo perchè – stante così le cose – difficilmente chi c’è potrà svolgere il proprio dovere in maniera ineccepibile.

Non ce ne vogliano i vigili urbani ed il comandante Nigro: noi continueremo a fare questa battaglia, nel rispetto delle parti. Lo dobbiamo a loro stessi, lo dobbiamo ai cittadini onesti ed io lo devo a mio nonno… 




Pamela Spinelli
Direttore responsabile

4 COMMENTI

  1. Senza fare di ogni erba un fascio, a volte capita anche di trovare al centralino qualcuno……. “inadatto”.

  2. Il Corpo della P.M. in una Città ha un ruolo importante. La Polizia Municipale, ieri come oggi, può indirizzare il cittadino verso una convivenza di civiltà con poteri di intervento in ogni materia, a molti disconosciuta, dalla edilizia al commercio, dall’ambiente alla circolazione stradale, dalla sicurezza urbana alla fiscalità, dalla prevenzione alla composizione delle liti. Ciò detto servono x questo continui aggiornamenti del personale ed adeguata preparazione che l’Amm.ne com.le non deve mai sottovalutare, anche in materia di psicologia applicata. Nondimeno servono esempi, all’interno, della caratura morale del compianto Brig.Michele Pepe Esposito, con cui ho avuto l’onore ed il piacere di fare servizio senza escluderne tanti altri che si sono succeduti nel tempo, altrettanto valenti. Negli anni 80 il Corpo annoverava circa 130 unità, oggi i dipendenti sono circa 70. È tutto dire e tutto diventa più difficile. (Un ex Uff.le della P.M. onorato di aver fatto parte per 36 anni del Corpo della Polizia Municipale di Brindisi).

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