Finalmente anche la politica si accorge delle problematiche legate alla Circolare Gabrielli. Stefàno: “Penalizza gli eventi in linea con l’identità dei territori”

LECCE – Probabilmente la Circolare Gabrielli ha prodotto più danni che benefici. Stando ai primi risultati, infatti, la gran parte degli eventi organizzati nel Salento sono stati ridimensionati o annullati a causa del suddetto provvedimento, o meglio, a causa della inflessibile applicazione dello stesso. E proprio a tal riguardo, finalmente giungono le prime voci fuori dal coro: il senatore Dario Stefàno, infatti, ha scritto una lettera indirizzata al Ministro Minniti per chiedere un ammorbidimento delle prescrizioni da applicare agli spettacoli ed agli eventi, perlomeno per quelli di dimensioni ridotte. Di seguito la nota.

“Garantire la sicurezza senza penalizzare i calendari culturali, impulso alla crescita dei territori.  L’ “insostenibilità economica della voce sicurezza” – come dichiarano molti organizzatori – ci fa, ahimè, assistere agli annullamenti a catena di eventi pubblici, anche i più rodati, che in molti casi sono motore di sviluppo territoriale. La sicurezza, che va garantita sempre e in ogni luogo, si può coniugare con uno sforzo che riconsideri alcuni effetti delle disposizioni?”
A chiederlo è il senatore Dario Stefàno, Presidente de La Puglia in Più, in una lettera indirizzata al Ministro dell’Interno Marco Minniti, a seguito delle numerose rinunce, riportate anche dalla stampa, alla realizzazione di manifestazioni pubbliche, dopo la diffusione delle circolari sulla safety e security.“Ovviamente – chiarisce Stefàno –  sono da condividere tout court le motivazioni delle disposizioni, in un periodo in cui l’Italia è a rischio medio di attacco terroristico e dopo i fatti di Torino. Tuttavia alcune di esse si traducono in deterrenti per gli organizzatori delle manifestazioni, con particolare riferimento ai soggetti pubblici, agli enti comunali e a quanti collaborano con essi”.

“I costi per rispettare gli obblighi prescritti – prosegue Stefàno – sono sopportabili per eventi con incassi corposi o realizzati da grosse strutture organizzative, mentre si rivelano pesanti, talvolta inattesi e proibitivi, per altri soggetti territoriali, magari impegnati da mesi nell’organizzazione. Mi riferisco a quegli eventi con cui si realizza una proposta culturale in linea con l’identità dei territori, come le sagre, le manifestazioni a tema, gli appuntamenti enogastronomici. A pagare un prezzo alto per questa combinazione di fattori sono proprio le iniziative che hanno ricadute rilevanti sotto il profilo sociale, economico e culturale, in quelle aree del Paese a forte vocazione turistica”.

“L’auspicio – conclude Stefàno – è che l’impegno più volte espresso di bilanciare la spesa per la sicurezza con quella per la cultura sia ben visibile e rintracciabile, a tutti i livelli e che, dunque, i principi disposti per contrastare il terrorismo si possano coniugare con le attività culturali e di promozione dei territori”.

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