BRNDISI – ‘Le parole che non ti ho detto’. Potrebbe intitolarsi così la lettera aperta che Antonio Elefante, consigliere comunale del Partito Democratico, ha inviato poco fa agli organi di stampa. Si tratta di alcune riflessioni inerenti all’attuale stato del PD, lontano dalle glorie di un tempo.

“In questo periodo particolare in cui il Partito Democratico vive numerose riunioni (prima per le Convenzioni, poi per le Primarie) ho letto molto, scritto poco e agito ancora meno. Oggi credo che sia arrivato il momento di rendere noto il mio punto di vista, considerata la sequela di fatti oggettivamente negativi e, in alcune circostanze, a dir poco imbarazzanti. Una cosa va detta subito in modo chiaro: le riflessioni interne al PD, invece di elevare il dibattito e chiarire dinamiche ed obiettivi, hanno riportato alla luce mali atavici e determinato ferite preoccupanti. Ho sempre pensato che il confronto tra idee e visioni possa arricchire le persone ed i partiti e che, pertanto, la presenza di più aree potesse contribuire alla costruzione quotidiana di un Partito sempre più utile al paese. Da noi, invece, il confronto si è svilito in un teatro di scontro costruito su pacchetti (presunti) di voti. Si è giunti, perfino, a rinnegare improvvisamente decisioni e valutazioni su persone ripudiate al sol fine di gonfiare il consenso della corrente di appartenenza. Ma quando si baratta il proprio pensiero di ieri con il rientro di chiunque sia ritenuto utile alla causa di oggi, appare ovvio porsi delle domande: è ancora questo il Partito utile ad un Paese che necessita politiche immediate per contrastare le diseguaglianze? E’ ancora questo il Partito capace di contrastare l’invasione dell’antipolitica? E’ ancora questo il Partito capace di governare gli enti locali, le Regioni ed il Paese? E’ sempre questo il Partito che si pone come obiettivo primario promuovere una classe dirigente qualificata capace di operare pensando non a se stessi ma alle generazioni future? Non è che ci stiamo trasformando in un Partito che vive di uomini e non di idee, in un partito attento soltanto a consolidare il potere di qualche personalità, di un partito che se ne frega della gente che rappresenta e che lo rappresenta? Se quello che sta accadendo nella fase delle Primarie ricalca ciò che accade nell’Amministrazione di Brindisi, due sono le risposte possibili: o il Partito Democratico, così dove si sta portando, non può essere il PD che serve al Paese; o questa città è destinata a vivere ancora in una profonda e lunga agonia politica, sociale, culturale ed, ovviamente, economica. Sinceramente non mi va di puntare il dito contro chi dimostra attaccamento al Partito soltanto quando gli si chiede di governare, per poi sconfessarlo quando gli si chiede di lasciare incarichi e poltrone istituzionali. So bene che ognuno fa il gioco che sa fare (purtroppo). Ma la politica è altra cosa. Pertanto non mi coglie di sorpresa l’atteggiamento dei soliti noti, quelli che si propongono a tutti per barattare il loro rientro nel Partito. Quello che non accetto, però, è che certa gente trovi sponda nel mio di Partito. Non accetto, e nè mai accetterò, che vi siano rappresentanti del PD che, per convenienza politica, possano dimenticare che stiamo parlando di gente che ha dimostrato di possedere una concezione perversa della Politica. Solo due giorni fa, nel corso della discussione sul Bilancio di Previsione, queste persone hanno bocciano otto emendamenti delle opposizioni. Si trattava di proposte che andavano incontro alle famiglie in difficoltà, agli anziani malati, ai giovani oramai dimenticati. Quelle persone hanno spostato l’attenzione della loro amministrazione verso a capitoli di spesa di “facile utilizzo personale e privato”, fondi economici che non fanno crescere la città ma, potenzialmente, utili a rafforzare le prebende di chi li gestisce. Credo che questa chiave di lettura sia fondamentale per capire l’intero panorama politico, a comprendere poi perché, in questa città, la Politica non c’è, la Politica non funziona, in Politica ci sono sempre gli stessi personaggi. E’ ovvio che se il PD pensa ancora di costruire il proprio futuro con questi personaggi, con le loro note devianze politiche, non sarà più quel Partito che abbiamo voluto e per il quale abbiamo combattuto”.

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